Costeggiando la Cattedrale e percorrendo la via omonima, si possono ammirare, oltre la singolare strada in salita che porta in un luogo detto “Grufaia”, il bel Palazzo cinquecentesco dei Cardini, oggi Matteucci. Sulla destra , adiacente alla Chiesa, è la residenza del Capitolo della Cattedrale, sede dell’Archivio segreto e della Biblioteca. Quest’ultima, nota per i bei Codici che conserva, è ornata con belle pitture settecentesche dell’artista lucchese Pietro Scorsini. Dalla medesima porta si accede, al piano terra, agli ambienti delle Sacrestie del Duomo: prezioso contenitore di opere d’arte inestimabili, in esso spiccano, tra i tesori esposti, i meravigliosi banchi della II metà del ‘400, voluti dal Cardinale Ammannati.

Percorrendo ancora la via della Cattedrale e costeggiando Palazzo Matteucci, si giunge alla piccola Chiesa di S.Michelino. L’architettura romanica e la facciata in conci di pietra ci inducono a supporre che l’edificio sia di origine molto antica.Il fianco si corona di archetti ciechi, abside  semicircolare. Il tetto ha copertura in lastre di pietra. Il suo interno, semplice e spoglio, è diviso da un’arcata a tutto sesto che separa la zona presbiteriale dall’aula. Proseguendo la piccola strada avremo il muro di cinta del giardino del Marchese da una parte e la parete della Chiesa di S.Chiara dall’altra, si arriva in Piazza Garzoni dove, nella seconda metà del Quattrocento, fu edificato  il convento delle monache Clarisse su un terreno che era stato loro donato da privati.

Unico nel suo genere è il bel chiostro di S.Chiara (la tradizione dice restaurato da Michelangelo).                    Il refettorio superiore era arredato con un bel sedile ligneo e nella parete di fondo si trovava il cenacolo che l’Ansaldi dipinse per il monastero benedettino di S. Maria Nuova: oggi la pittura si trova nella “sala del segretario” nel Palazzo Vescovile. L’edificio nella seconda metà del settecento, passò alla Diocesi di Pescia e nei medesimi anni diventò sede del Seminario Vescovile. La Chiesa di S.Chiara, nonostante mostri una facciata settecentesca, conserva al suo interno la travatura lignea del tetto, tipica delle architetture francescane. Notevole è la balaustra della cantoria che mostra un bellissimo intaglio a traforo, classico dell’età barocca. Soprastante all’altare maggiore era collocato il coro delle Clarisse.

Uscendo da Piazza Garzoni e avviandosi per via della Fontana, si possono ammirare palazzi e portali di notevole livello stilistico. Via della Fontana, un tempo via Fiorentina, è una delle strade più originali di questa parte della città. Al termine della via, quando ci si immette in via Sterponi, sulla destra, si può osservare la splendida facciata di Palazzo Ricci, una delle architetture seicentesche più interessanti che si trovano in città. Sulla facciata sono visibili i due stemmi marmorei che furono del “magnifico” proposto Giovanni Ricci. Questi visse nella prima metà del seicento e, dal 1634 al 1646, volle ricostruire la dimora di famiglia. Il restauro del palazzo fu affidato a Pantalaone Quadri, architetto pistoiese che ne disegnò la facciata. Nel rifacimento il proposto decise di far edificare la bella loggia con colonne binate che guarda il giardino. Nella zona finale dell’area a verde, in fondo al piccolo viale, con una fontana circolare posta a metà, si trova la settecentesca fontana in cotto e pietra, fatta costruire dalla famiglia Forti che, nella seconda metà del Seicento, ne diventò nuova proprietaria. Gli scalini sagomati che portano alla grande vasca in pietra con la statua soprastante, ricordano per la tipologia del disegno quelli del Palazzo Forti in Ruga degli Orlandi. Nella facciata, protetta da una ringhiera in ferro, è situata la bella fontana che si trova dirimpetto a Via Sterponi. Composta da un bacile in marmo retto da un pilastro, che la tradizione locale afferma di epoca romana, è caratterizzata dalla scultura del Delfino, che si dice opera di I.Ansaldi(sec.XVIII). Via Sterponi è caratterizzata dallamole di quello che un tempo fu il convento delle suore Carmine. Fondato per volontà di Mons.Ricci, agli inizi del Seicento e trasformato in civile abitazione nel XIX sec.. Si consideri che il grande complesso delle carmelitane si estendeva per tutta via Sterponi e per tutta via del Carmine, del cui Ordine conserva appunto il nome. Al termine della strada si trova la sede del Rione S.Maria.

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